mercoledì 11 ottobre 2023

#Libri 'Le avventure della Primula Rossa' (1929), nono capitolo della saga creata dalla Baronessa Orczy sull'inafferrabile eroe inglese

Le avventure della Primula Rossa
(La Primula Rossa #09)

della Baronessa Emma Orczy

Dati tecnici:
Titolo originale: Adventures of the Scarlet Pimpernel
Traduzione: Edgar G. Stafford
Casa Editrice: Sonzogno
Collana: Romantica Mondiale Sonzogno n. 42
Pagine: 305
Anno: 1929 (in Italia dal 1934, la mia edizione è del 1948)
Genere: antesignano della letteratura di spionaggio; 

Trama: Francia. 1793.
I reali di Francia sono prossimi alla ghigliottina. I nobili si nascondono. I sacerdoti dicono messa in luoghi segreti. La ferocia del Terrore giunge nei luoghi più remoti e dimenticati. Nessuno è al sicuro. Anche i cittadini più devoti alla causa possono cadere a causa di un errore o di un sospetto.
La Lega della Primula Rossa viaggia per tutta la Francia cercando di salvare alcune anime dalla forca (badesse a cui è stato tolto il proprio convento, dottori rei di aver curato dei nobili, attori di teatro troppo famosi, conti ormai spogliati di tutto…) ma penando per non poter fermare la macchina assassina.
Tra travestimenti, inganni, messaggi segreti e agili fughe la Lega si prende gioco di Chauvelin e compagni e…


Commento: Le avventure della Primula Rossa è una raccolta di racconti pubblicata nel 1929 ed è il nono capitolo della saga creata dalla Baronessa Orczy ad essere uscito, anche se a livello cronologico si svolge prima de La vendetta di Sir Percy.
Ritrovare quindi Chauvelin nei panni dell’acerrimo nemico di Sir Percy sembra un po’ dissonante e difficoltoso da capire. Ne La vendetta di Sir Percy, infatti, la Lega della Primula Rossa viene chiamata a salvare la figlia di Chauvelin dalla morsa della ghigliottina. Sebbene Chauvelin giuri, al termine del romanzo, che avrebbe continuato ad odiare la Primula Rossa, questo sentimento sembrerebbe difficile da coltivare (ed infatti la Baronessa non ha scritto nessun’altra avventura successiva).


Le guardie francesi continuamente giocate
dalla Lega della Primula Rossa

Lo stile dei racconti 
I racconti sono otto, alcuni molto brevi, altri assai più lunghi, come l’ultimo, Il maestro di Drumettaz, una sorta di romanzo in miniatura nonché di gran lunga il più bello della raccolta.
Ma procediamo con ordine.
La maggior parte dei racconti si focalizza sui personaggi francesi che tentano di acciuffare la Primula Rossa e la sua banda e molto meno su Sir Percy e compagni, che compaiono solo travestiti e ‘irriconoscibili’ sia per i francesi che per il lettore. Non si entra nella mente della Primula Rossa, non si anticipano i suoi piani, ma si guarda l’avventura con l’occhio di chi viene continuamente giocato dalla furbizia e dall’agilità degli inglesi.
Nell’ultimo racconto, invece, irrompe la Lega in primo piano, con i suoi nascondigli, i suoi progetti e i suoi screzi… sì, la parte più bella è proprio questa: leggere come non sempre tutti sono d’accordo con le decisioni prese dal capo. In particolare viene approfondito il personaggio di Fanshawe, un po’ ribelle, un po’ irriverente, che con il suo comportamento rischia di mandare a monte il piano…

Il richiamo a La Primula Inafferrabile
La raccolta è decisamente indirizzata ad un pubblico di appassionati, perché ci sono svariati richiami e riferimenti ad altri volumi della saga. Si possono leggere echi del primo storico La Primula Rossa nel primo racconto “Sir Percy, vergognatevi!”, così come degli indizi che poi porteranno ad altre storie (come il travestimento da musicisti, che verrà ripreso nella raccolta La banda della Primula Rossa).
Il richiamo che a me è apparso più forte è a pagina 194 (racconto Nel covo della tigre), quando Sir Percy, catturato da Chauvelin e legato mani e piedi, gli apostrofa: “Quando a Calais caddi nelle vostre mani eravate anche allora travestito da prete; speriamo che, come allora, il vostro travestimento mi porti fortuna ed io riesca anche questa volta a sfuggirvi”.
Gli eventi citati avvengono ne La Primula Inafferrabile (1908), terzo romanzo della saga.

Nome di un nome!
Nel corso del libro compare un’infinità di volte (e se scrivo un’infinità intendo davvero un’infinità) l’esclamazione “Nome di un nome!”.
Personalmente non l’avevo mai sentita e quindi vado alla ricerca delle origini di questo modo di dire.
Ebbene, è tratta da un’imprecazione francese, nom de nom. Essa nacque in epoca medievale in luogo di Nom de Dieu, considerato blasfemo. Fu ripresa anche dall’inglese, trasformandola in “Name of a name”, e probabilmente l’uso nel testo cerca di richiamare come all’epoca questa imprecazione venisse usata in Francia.
In italiano, per quello che ho potuto constatare, non esiste altrove che nelle traduzione dei testi della Baronessa curate da Edgar G. Stafford (traduttore di cui non si hanno notizie, avendo egli tradotto solo due titoli della Primula Rossa per Sonzogno).

Complessivamente si tratta di una raccolta indirizzata agli appassionati della saga, che a mio avviso meriterebbe un po’ di note per richiamare alla mente echi e legami con le altre avventure.

Letto: 18 settembre – 7 ottobre 2023

Voto: 6 al libro; 8 al ciclo, 8 alla Baronessa Orczy, 6,5 alla traduzione, 7,5 alla copertina (che si ispira al racconto Nel covo della tigre).

Stelle mozzafiato: ***

Recensione in arrivo: Il colle delle genziane di Elizabeth Goudge

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