martedì 6 luglio 2021

#Libri 'Appuntamento con la morte', giallo rosa di Patricia Wentworth nell'Inghilterra degli Anni Cinquanta

Appuntamento con la morte
#30 della serie di Miss Silver

di Patricia Wentworth


Dati tecnici:
Titolo originale: The fingerprint
Traduttrice: Michela Mirandola
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Il giallo Mondadori n. 1535
Pagine: 154
Anno: 1956 (in Italia dal 1978)
Genere: giallo classico

Trama: Anni Cinquanta. Deeping, Inghilterra.
Jonathan Field, ricco eccentrico (colleziona impronte digitali) vive con la nipote Georgina, accolta in casa quando da piccola era rimasta orfana.
Tutti vedono nella ferma ma dolce ragazza la sua erede naturale ma tutto viene stravolto quando il signor Field incontra per caso la diciottenne Mirrie, figlia di lontani cugini morti durante la guerra e costretta a vivere di stenti. Field non solo la porta in casa, ma ne rimane talmente incantato, da decidere, in un impeto di furia, di diseredare completamente Georgina e lasciare tutto all’adorabile e innocente Mirrie.
Qualcuno lo viene a sapere e Field viene trovato morto nel suo studio.
E’ stato ucciso per evitare che riuscisse nel suo intento? O perché aveva appena cambiato il testamento? O forse dipende dalle impronte digitali che collezionava con maniaca precisione? E soprattutto chi è la vera eroina della storia? La controllata Georgina o la lacrimevole Mirrie?
Ad indagare sul mistero tornano Frank Abbott e Miss Maud Silver che scopriranno che…

Commento: Appuntamento con la morte è il 30mo e terzultimo libro di Patricia Wentworth incentrato sulla figura dell’investigatrice privata Miss Maud Silver. Sfortunatamente dei 32 libri scritti, solo 15 sono stati tradotti in Italia (io ho già letto Lo scialle cinese, La chiave in tasca, Miss Silver e il caso Pilgrim, Chi è William Smith? e Lettere al cianuro, quest’ultimo ambientato immediatamente prima di Appuntamento con la morte).
Oltre a Miss Silver si rincontra anche l’Ispettore di Scotland Yard Frank Abbott, ancora in caccia dell’anima gemella (in questo romanzo si scrive che è ancora segnato di come è andata la storia con Susan, inserita in un libro che però non ho letto; tuttavia ho in almeno due occasioni incontrato storie d’amore che gli erano andate male). Essendo questo il terz’ultimo romanzo della serie, dispero che infine la Wentworth non gli abbia dato l’amore della sua vita.
Torna anche il Ram, anche se appena accennato a pagina 57, locale importante per la trama de La chiave in tasca.
Questa volta, però, niente citazioni di Tannyson (il poeta preferito di Miss Silver).


Georgina in un'illustrazione dell'epoca

Mystery romance:
La Wentworth è maestra nel raccontare storie d’amore tinte di giallo e anche questa volta non si tiene lontana dalla sua vena artistica. Il modo in cui è costruita la relazione tra Georgiana e l’orgoglioso Anthony Hallam (che tutto voleva tranne che Georgiana ereditasse dallo zio perché non poteva chiedere in moglie una donna COSI’ ricca) è bellissimo; peccato solo che venga dato loro troppo poco spazio.
Per quanto riguarda il mystery… qualche colpo di scena c’è, ma complessivamente il giallo è piuttosto semplice. E’ soprattutto l’analisi dei sentimenti dei personaggi a bucare e a coinvolgere.



Come spesso mi capita con i libri di Patricia Wentworth,
vedo i protagonisti con gli attori dell'epoca.
In questo casa ho immaginato la lacrimevole ma bellissima Mirrie
con il volto di una giovane Liz Taylor
mentre la risoluta e integerrima Georgina come la nostra Virna Lisi

Un bel tacer non fu mai scritto:
A pag. 112 Maggie Bell, un’invalida che ha udito qualcosa che non avrebbe dovuto udire, cita il proverbio “Un bel tacer non fu mai scritto” a Miss Silver (chissà cosa dice in inglese!).
Personalmente non conoscevo questo modo di dire ed ho cercato on-line delucidazioni.
Ho scoperto che il motto mette in luce come il silenzio non possa mai essere apprezzato abbastanza.
La frase può essere ricondotta all’opera lirica Il ritorno d’Ulisse in patria (1641) di Claudio Monteverdi, su libretto di Giacomo Badoaro.


L'immagine di una rappresentazione de Il ritorno di Ulisse in patria.

Complessivamente si tratta di un delizioso libro giallo-rosa, scritto con garbo e penna acuta, che mi ha tenuto compagnia mentre ero costretta a letto per via dell’infortunio alla gamba.
Consigliato a tutti coloro che amano i vecchi gialli classici.

Letto: 5-9 giugno 2021

Voto: 7 ½ al libro, 8 a Patricia Wentworth, 3 alla copertina di Jacono (mi spiace, ma la cover dà la sensazione di un casolare nel caldo Kansas e non in un villaggio della cara vecchia Inghilterra), 3 alle case editrici italiane che hanno pubblicato così poco nella storia questa autrice bravissima.

Stelle mozzafiato: *** ½   

Recensione in arrivo: Una vita di sogni di Pamela Sampson

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