Delitto a Honotassa
di Mignon G. Eberhart
Dati tecnici:
Titolo originale: The crime at Honotassa o The Cup, the blade, or the gun
Traduttrice: Oriella Bobba
Casa Editrice: Mondadori
Collana: I classici del giallo n. 432
Pagine: 200
Anno: 1961 negli Usa; 1983 in Italia
Trama: 1863. New Orleans.
Sarah ha da poco ereditato dal padre una fonderia in Pennsylvania in affari con il costruttore di corazzate dell’Unione ed ha da poco contratto un matrimonio improvviso con Lucien Hugot, conosciuto a Cuba durante un viaggio d’affari e sposato spinta da un impulso.
Ora è diretta verso Honotassa, piantagione del marito, situata in un luogo isolato in pieno territorio confederato, mentre il marito è al fronte nel corso della Guerra di Secessione.
Nella piantagione incontra Rev, fratellastro di Lucien da cui lo stesso Lucien l’ha messa in guardia, e la grande famiglia degli Hugot che di certo non accoglie con entusiasmo una nordista.
La situazione si complica alquanto quando viene commesso un assassinio e in molti sembrano puntare il dito contro di lei, ad eccezione di Rev, che non sembra l’uomo malvagio di cui le parlava Lucien…
In attesa del ritorno del marito, sparito (e forse caduto?) in guerra, Sarah deve imparare ad occuparsi della piantagione e tirare avanti in un periodo in cui anche solo acquistare del cibo può essere assai complicato.
Commento: Dopo la pubblicazione della recensione a Breve ritorno, su suggerimento della carissima Claudia L. del gruppo FaceBook L'angolo lettura - passioni classici vintage (nostro partner), pubblico la recensione di questo romanzo bellissimo letto anni fa. Delitto a Honotassa è un giallo misconosciuto della giallista americana Mignon G. Eberhart, che nel 1961 la Mondadori decise di non pubblicare definendolo un romanzo bianco e non giallo, dove il mistero era messo in secondo piano dalla descrizione della Guerra di Secessione e da una storia d’amore un po’ scontata (l’infame Lucien non stava affatto in guerra ma aveva disertato e si trovava a Cuba, mentre il vero eroe romantico è Rev, il fratellastro bistrattato dalla famiglia, ma colui il quale amava davvero la piantagione) e che poi propose ai suoi lettori nel 1983 tra i Classici del Giallo.
Io amo molto Mignon G. Eberhart, giallista raffinata capace di costruire atmosfere cariche di tensione (non posso non citare La casa dell’altra o Tempesta a Rancho Rio) in ambienti chiusi ma ricchi di personaggi. Anche in Delitto a Honotassa l’autrice del Nebraska ripropone la medesima caratteristica, con la grande dimora degli Hugot, la piantagione e i giardini che diventano protagonisti essi stessi della storia (per comprendere i movimenti e i tempi dei personaggi bisogna capire bene come Honotassa è suddivisa).
Per il pubblico italiano può darsi che la lettura risulti un po’ difficile, in quanto ci sono molti richiami alla Guerra di Secessione, con accurati studi su battaglie e spostamenti dei due fronti (Delitto a Honotassa è il terzo di tre romanzi che la Eberhart dedica a questo periodo che l’affascinava moltissimo. Seguirono Family Fortyne del 1976 e The Bayou Road del 1979, entrambi inediti in italiano forse per il medesimo motivo per cui questo romanzo ha impiegato più di vent’anni ad essere tradotto). Noi, infatti, non conosciamo così approfonditamente questo conflitto che ha sconvolto gli Stati Uniti ed attendiamo gli eventi un po’ come i personaggi del romanzo speranzosi o timorosi su quello che sta per accadere (mentre il lettore americano medio ben sa come si sviluppa la guerra, con débâcle inattese per i Confederati).
Come sempre la Eberhart riesce a delineare i personaggi con pochissime parole (si comprende che Lucien è un farabutto fin dall’inizio, con solo qualche cenno) e a far sentire il profumo dei luoghi. Sembra quasi di camminare per la piantagione, imbattersi in una palude, incontrare un serpente velenoso, girare tra i labirinti del giardino con statue e siepi. Gli stessi schiavi di Honotassa, sebbene compaiono molto poco, lasciano il segno con la loro paura, la loro saggezza e la loro fedeltà a Rev.
Un giallo lento, da assaporare e rileggere per cogliere ogni dettaglio.
Consigliato a tutti coloro che amano la Eberhart, a chi si appassiona per un giallo storico e a chi, sulla scia di Via col vento, vuole conoscere meglio come la guerra era vissuta dai confederati durante il conflitto.
Letto: settembre 2015
Voto: 7,5 (libro); 9 a Mignon G. Eberhart (per la sua penna sempre interessante ed evocativa); 9 alla copertina di Sergio (che evoca magnificamente l’atmosfera di Honotassa): 8 alla Mondadori del 1983 che ha deciso di proporre questo inedito agli italiani; 1 a Laura Grimaldi che nel settembre del 1961 lesse e bocciò il libro per la Mondadori definendolo “buono al massimo per le lettrici di Confidenze”.
Recensione in arrivo: Rune di E. Werner (un #UnescoBook davvero interessante....)
La copertina a me non piace, però trovo un buon suggerimento il libro ambientato in una realtà storica di cui la maggior parte di noi conosce solo teamite i film.
RispondiEliminaNon ho mai letto nulla di questa autrice, ma se avrò occasione di trovare il libro lo leggerò con intetesse.
Grazie del consiglio!
Grazie carissima <3 <3 <3
EliminaAltri suoi libri bellissimi sono 'La casa dell'altra' e 'Tempesta a Rancho Rio'