venerdì 15 marzo 2024

#Libri 'Io ti difendo! (1933), giallo intenso e audace della regina del mystery Mary Roberts Rinehart. Chi è il vero colpevole? Chi inganna o chi è ingannato?

Io ti difendo!
di Mary Roberts Rinehart

Dati tecnici:
Titolo originale: The State versus Elinor Norton
Casa Editrice: Arnoldo Mondadori Editore
Collana: I Classici del Giallo n. 214
Pagine: 238
Anno: del 1933 (in Italia dal 1935 – La mia edizione è del 1975)
Genere: giallo processuale

Trama: Inizio Novecento, New York – Montana.
Elinor Norton è sul banco degli imputati con l’accusa di aver ucciso il suo amante. La donna, altera e ferma, non si nasconde e ammette la colpa.
La giuria deve emettere il suo verdetto.
Ma cosa è successo e come è potuto accadere che una donna dell’alta società di New York (che a vent’anni aveva anche vissuto a lungo in Inghilterra ed era stata ammessa a Corte) si sia ritrovata a vivere in un’angusta fattoria del Montana, tra vacche, cavalli e cerbiatti?
La storia viene raccontata dall’avvocato Carroll Warner, amico d’infanzia di Elinor, che conosce tutte le luci e le ombre della ragazza di cui è stato innamorato da quando aveva dieci anni.
Un excursus che riporta indietro agli Anni Dieci, allo scoppio della Grande Guerra, agli eleganti Anni Venti… e che invita lo stesso lettore a chiedersi: ma Elinor Norton è realmente colpevole?

Commento: Io ti difendo! proviene (ma che sorpresa!) dalla biblioteca di mia mamma. Le fu consigliato vivamente da mia nonna (anche lei grandissima lettrice e appassionata di libri mystery), dicendole che si trattava di un giallo decisamente insolito: forte, appassionante, sconvolgente. Un pugno allo stomaco dalla prima all’ultima pagina. Ma bellissimo.
A tanti anni di distanza lo prendo in mano io e non mi discosto da questo antico giudizio: il romanzo è di una bellezza sublime. Ancor di più se si considera l’anno in cui fu scritto…

L’audace penna di Mary Roberts Rinehart
Ho già recensito dei libri di Mary Roberts Rinehart (La camera gialla e Vele insanguinate), giallista americana di inizio Novecento, considerata una delle regine degli albori del genere.
Io ti difendo! è il suo diciassettesimo romanzo e fu pubblicato nel 1933. Sebbene sia stato scritto circa novanta anni fa, il romanzo colpisce per l’audacia della sua modernità e dei suoi contenuti. La scrittrice tratteggia con vivide note il cambiamento della società tra il prima e il dopo della Grande Guerra e di come le donne potessero essere usate come ‘merce’ per contrarre vantaggiosi matrimoni.
Si affronta il matrimonio, il tradimento, la sofferenza, la solitudine.
E si porta il lettore a chiedersi: chi è veramente il colpevole? Chi inganna o chi è ingannato? Chi ferisce o chi si difende da queste silenziose ferite? La Legge può veramente giudicare solo le seconde e non punire le prime?
Una storia appassionante e sconvolgente, vissuta con la dignità e la rassegnazione dello sguardo di Elinor Norton…


Claire Trevor (Elinor Norton) e Gilbert Roland (Blair Lighton) nel film Elinor Norton (1934).
Sembra che del film sia rimasta una sola copia, in non perfette condizioni.

Luci e ombre della religione cattolica
Mi ha colpito molto anche la capacità di delineare le luci e le ombre che vivono all’interno della religione cattolica, che non ha senso negare, perché le seconde fanno molto male alle prime.
Le ombre sono rappresentate dalla zia di Elinor, Henriette Somers, che dopo una vita sfrenata cambia e decide di entrare in convento per farsi suora. Se in principio sembra essere una spalla a cui appoggiarsi per Elinor, con il passare degli anni si mostra avida e fredda come la madre di Elinor, cognata di Henriette, senza un briciolo di empatia e concentrata unicamente al proprio tornaconto (o al tornaconto del suo ordine). Si focalizza solo sul ‘peccato’, aggredendo il ‘peccatore’, lasciando sempre più sola e sperduta la protagonista.
Le luci sono rappresentate dal giovane pastore dell’ordine di Henriette Somers, che con la potenza del suo ruolo, dice: “Noi non vogliamo punire nessuno. Pentimento per i propri peccati, sta bene. Punizione, no. Perché dovremmo punire?” e poi “Se credo una cosa al mondo, è questa: il dolore umano è frutto degli errori dell’uomo, non di Dio”.
Il suo ruolo, brevissimo, riuscirà tuttavia a stravolgere la vita di molti, molto più che l’arrogante freddezza di Henriette.

Spiccioli di storia – La tragica annata 1920-1921 
A pagina 141 si legge “Anche all’Est giunse la notizia della tragica annata 1920-1921. Un susseguirsi di stagioni così sfavorevoli, che mandò in rovina il novanta per cento degli allevatori”.
A causa di moltissimi fattori nell’anno a cavallo tra il 1920 e il 1921 ci fu una depressione  caratterizzata da diminuzioni dei prezzi straordinariamente elevate. I prezzi al consumo diminuirono dell’11,3% dal 1920 al 1921 e di un altro 6,6% dal 1921 al 1922.
Questa situazione, dettata anche dall’agricoltura europea che iniziava a riprendersi dopo la guerra, colpì tutti, ma fu superata dagli agricoltori e allevatori esperti, che si salvarono grazie a strategie di scorte e l’acquisto di fattori produttivi. Fu invece devastante per i pionieri dell’allevamento come il debole Lloyd Norton, il marito di Elinor, e il suo socio Blair Leighton, il vanesio amante di Elinor.

Spiccioli di costume – Il pianoforte Bechstein
A pagina 36 si legge: “Molti anni dopo, dovevo vedere quel mobilio trasportato in un altro mondo, un’altra vita, quasi; dovevo sentirla suonare il suo Bechstein circondata da un silenzio e da un’oscurità esterna che sembravano quasi tangibili, solidi come muraglie”.
Non conoscevo questa azienda produttrice di pianoforti e quindi sono andata, come sempre, a indagare.
La prima fabbrica fu fondata nel 1853 a Berlino, da Carl Bechstein, fornitore della corte del re di Prussia Federico Guglielmo IV. Il suo primo pianoforte a coda fu costruito nel 1856 per il pianista Hans von Bülow, uno dei più importanti direttori d’orchestra del XIX secolo. Ludovico II di Baviera ne ordinò uno da regalare a Richard Wagner, che lo apprezzò moltissimo.
Tra il 1900 e il 1914 Bechstein fu uno dei principali produttori di pianoforti al mondo, producendo cinquemila pianoforti all’anno, e a Londra fu addirittura inaugurata nel 1901 la Bechstein Hall, una sala da concerto dall’acustica perfetta. La sala fu poi rinominata Wigmore Hall nel 1917, in seguito del sentimento anti-tedesco sviluppatesi durante la Grande Guerra.
Possedere un Bachstein negli Anni Dieci, quindi, per Elinor, simboleggiava un mezzo necessario per rimarcare non solo la sua ricchezza, ma anche la sua appartenenza all'alta società.

Complessivamente si tratta di un giallo emozionante e tumultuoso emotivamente. Che porta a riflettere e a studiare l’evolversi della società umana. Bellissimo.

Letto: 16-23 febbraio 2024

Voto: 9 al libro, 8 a Mary Roberts Rinehart, 8 alla copertina, 5 alle case editrici moderne che non la ripropongono quasi mai pur essendo una delle fondatrici di questo genere.

Stelle mozzafiato: *****

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