mercoledì 20 dicembre 2017

#Libri - La terra del fiore azzurro di Frances H. Burnett, non scordatevi mai delle stelle

La terra del fiore azzurro
di Frances Hodgson Burnett

Dati tecnici:
Titolo originale: The land of the blue flower
Traduttrice: Valeria Gorla
Casa Editrice: Galaad Edizioni
Collana: La Porta Magica n. 2
Pagine: 79
Anno: 1909 (in Italia dal 2008)



Trama: Terra del Re Mordreth, tempo antico.
Re Mordreth, ennesimo monarca egoista e malvagio corrispondente al nome di Mordreth, muore poco prima che il suo erede venga alla luce. La moglie, donna buona e amorevole, prima di spirare a causa del parto affida il neonato Amor alle cure del Vegliardo, uomo saggio che vive nel vecchio castello dei Mordreth in cima alla collina, ora abbandonato. Il suo compito è quello di allevare il futuro re prima che egli diventi maggiorenne ed insegnargli i valori con cui governare con amore e giustizia il suo regno.
Quel giorno stesso il Vegliardo porta Amor fuori dalla reggia e lo conduce nel suo rifugio e qui insegna al giovane principe a vivere al ritmo della natura, fino a quando non arriva il momento tanto atteso…

Commento: La terra del fiore azzurro è una favola delicata, che nella lettura può richiamare alla mente alcune immagini de Il signore degli anelli, ma poi ci si accorge che l’autrice Frances H. Burnett (celebre in tutto il mondo per Il giardino segreto, Il piccolo Lord e La piccola principessa) ha scritto questo racconto quasi trent’anni prima che Tolkien pubblicasse Lo Hobbit.
Ho ritrovato molti temi cari alla Burnett, che si riscontrano nelle sue opere più famose.
In primo luogo l’importanza di curare il proprio giardino, evitando che esso venga soffocato da piante selvatiche e come questa cura costante all’aria aperta faccia bene alla salute sia fisica che mentale (questo il tema portante de Il giardino segreto).


In secondo luogo vedere il Re Amor che cammina tra la sua gente e si inoltra per le vie più sporche e maleodoranti, cercando di capire come aiutare i suoi sudditi, non può non richiamare alla mente una scena molto simile de Il piccolo Lord, in cui il giovane protagonista perlustra le terre del nonno e si accorge della troppa povertà dei loro fittavoli.
Una favola che si può definire un inno alla natura e al rispetto di essa per vivere in armonia gli uni con gli altri.
Un invito a guardare sempre in alto, a porgere grazie al Signore per il sole e la pioggia, il cielo e il mare, il vento e la tempesta, perché tutto fa parte di questo mondo e tutto porta qualcosa di prezioso.
Mi piace chiudere con un messaggio che il Vegliardo passa al principe adolescente: “Quando un uomo guarda a lungo le stelle, il suo animo si acquieta e dimentica le cose poco importanti. Le stelle rispondono alle sue domande e gli fanno capire che la Terra è soltanto uno fra milioni di mondi. Mantieni salda la tua anima e guarda spesso in alto, e capirai il linguaggio delle stelle. Non scordarti mai delle stelle”.
Già, non scordiamoci mai delle stelle…

 

Letto: 10-14 dicembre 2017

Voto: 8 al romanzo, 8 alla Burnett per tutto quello che ci ha regalato (io l’adoro; Il giardino segreto è il primo libro che ho letto in vita mia e grazie a lei ho iniziato ad amare la lettura), 8 a Galaad Edizioni per aver portato questo gioiello dimenticato in Italia, 8 a Ulderico Fioretti per le splendide illustrazioni che impreziosiscono il libello…

Stelle mozzafiato: ****

Recensione in arrivo: La principessa Alicia e la liscamagica di Charles Dickens

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