martedì 2 ottobre 2018

#Libri - Senza Nome di Wilkie Collins, melodramma tra il giallo e il gotico dell'autore de 'La donna in bianco'


Senza Nome
di Wilkie Collins

Dati tecnici:
Titolo originale: No Name
Traduttore: Luca Scarlini
Casa Editrice: Fazi Editore
Collana: Tascabili 132
Pagine: 725
Anno: 1862 (in Italia dal ??? – La mia edizione è del 2010)
Genere: melodramma agli albori del giallo


Trama: Primi di marzo 1846. West Somersetshire, Inghilterra.
La tenuta di Combe-Raven si sveglia lentamente dopo una serata passata in città ad ammirare uno spettacolo teatrale e proprio come uno spettacolo teatrale entrano in scena i personaggi principali di questo primo atto: Mr Vanstone, ricco proprietario terriero dal cuore buono; Miss Garth, la governante severa ma affezionatissima; Mrs Vanstone, moglie devota e timida; Miss Vanstone (Norah), figlia bella e giudiziosa ed infine Magdalen, secondogenita allegra e vivace.
Si ritrovano tutti al tavolo per la colazione mentre arriva la posta del mattino. Magdalen con il suo solito tono brioso, e tentando di imitare qualche scena vista la sera prima, annuncia con enfasi le varie lettere, fino a quando non si ritrova tra le mani una missiva in arrivo da New Orleans. Il padre cambia espressione, alla madre si imporpora il viso. Il padre si alza e si chiude quindi nel suo studio.
Tempo poche ore e Mr e Mrs Vanstone salutano le figlie per qualche giorno per recarsi a Londra, senza dare ulteriori spiegazioni, neanche alla fidata Miss Garth.
In un primo tempo confuse e stupite, le giovani signorine Vanstone si dimenticano presto di questa anomalia, anche perché la loro attenzione viene catturata da uno spettacolo teatrale che alcuni vicini stanno allestendo e a cui Magdalen non può assolutamente mancare (trascinando con sé anche la sorella), il tutto addolcito dalla presenza di Mr Francis Clare, vicino di casa tornato dopo una sfortunata parentesi nel nord.
Ma le basi per una profonda tragedia sono state ormai gettate e presto le due signorine Vanstone saranno travolte dagli eventi. Che notizie portava la lettera da New Orleans? Perché i signori Vanstone vanno immediatamente a Londra? Che mistero custodisce Combe-Raven? E perché Norah e Magdalen sono destinate a rimanere senza nome…?



Commento: Senza nome è il decimo o l’undicesimo libro che leggo di Wilkie Collins, autore che conosciuto alle medie con La pietra di luna (romanzo di una bellezza mozzafiato e che ancora adesso riaffiora di tanto in tanto alla mia mente) e che ho amato visceralmente ne La donna in bianco (uno dei miei romanzi preferiti in assoluto). Tutti i libri di Collins mi affascinano per la scrittura ricca di particolari e la capacità di svelare poco a poco le intricate trame che abitano la mente dell’autore (sono tutti libri molto lunghi, ma non si vorrebbe mai che finissero) e anche Senza nome senza dubbio mi ha colpito particolarmente. Scritto nel 1862 e pubblicato con cadenza settimanale su All The Year Round (rivista che Collins curava assieme a Charles Dickens), Senza nome è guidato da una delle caratteristiche precipue di Collins.

I ‘buchi’ della legge.
A Collins, infatti, piace costruire storie che si ritrovano impigliate in quei buchi che inevitabilmente le leggi lasciano scoperti e che, in casi che rasentano l’assurdo ma che potrebbero capitare, possono far precipitare chi ne rimane coinvolto in drammi profondi e incolpevoli.
Spesso Collins gioca con le differenze giuridiche tra l’Inghilterra e la Scozia (La legge e la signora, Uomo e donna), qui invece si riferisce esclusivamente ad un vuoto della giurisprudenza inglese.
Anche se procedendo nella lettura si ha l’impressione che qualcosa sia rimasto senza sviluppo, specialmente per quanto riguarda il libretto che Mrs Vanstone prende con sé con una dedica d’amore scrittale dal marito, che sembra inevitabile che abbia un significato importante (perché farlo portare via dalle figlie, perché farlo custodire con cura, se poi viene completamente dimenticato dalla trama?). Come sensazione a pelle direi che Collins avrebbe voluto trovare un aggancio con la giurisprudenza scozzese per fare un colpo di scena finale, che poi non c’è stato (calcoliamo che il romanzo è stato scritto nel corso di un anno e in corso d’opera qualcosa può cambiare, è inevitabile, specialmente in trame così complesse – o addirittura alla fine si è costretti a tagliare, per fine di tempo a disposizione).
E’ solo una mia idea, ripeto, ma mi è rimasto molto impresso.

Padre pittore:
In questo più che in altri romanzi si sente la profonda influenza che ha avuto su di lui il padre William Collins, paesaggista inglese su cui Wilkie ha anche scritto una biografia.
Le varie parti del romanzo, infatti, si aprono tutte con una rappresentazione del set in cui si svolgono gli eventi con vere e proprie pennellate che portano il lettore al centro della scena.


Quadro di WIlliam Collins

Teatro – Mansfield Park:
E se si parla di set, non si può non sottolineare l’influenza che il teatro ha sull’opera.
In primo luogo ogni parte è intitolata proprio con il luogo in cui si svolge e in cui gli attori si muovono quasi esclusivamente per tutta la durata dell’atto (sia esso di 50 o 200 pagine).
Ma l’influenza del teatro non si ferma di certo qui. La capacità di interpretare personaggi differenti e di modulare la voce di Magdalen sarà fondamentale per lo sviluppo della trama.
Infine lo stesso allestimento di uno spettacolo teatrale ‘fatto in casa’ (che tanto mi ha ricordato quello descritto da Miss Jane Austen in Mansfield Park e che ricalca un’usanza molto in voga all’epoca) è un chiaro omaggio a quest’arte (a partire dall’opera scelta, I Rivali di Richard Brindsley Sheridan, che Wilkie Collins aveva recitato da giovanissimo).

Il Bene che distrugge il Male:
Come sempre Wilkie Collins dissemina un po’ di gotico in ogni suo romanzo, e non può non accadere anche in Senza nome. Non solo i colori e le ombre nelle scene, ma anche gli estremismi dei personaggi, siano essi buoni o cattivi.
Anzi, proprio qui sta il cuore del romanzo. Qual è il confine tra bene e male? Tra rivalsa e vendetta? E’ davvero giusto sfidare il destino? E quanto male fa alle persone non riuscire a dimenticare?
Il libro è assai interessante per l’analisi psicologica dei vari personaggi (anche quelli che compaiono assai brevemente), ed è indubbio che Collins riesce a far diventare più simpatici al lettori gli attori che si comportano in maniera sbagliata (in primo luogo Magdalen, ma cosa dire dello zio, il capitano Wragge?) e lasciando alla benevolenza divina quelli più buoni, ma per forza di cosa più piatti (in particolar modo Norah).
Ma per quanto possa essere stuzzicante esplorare le varie sfaccettature del male, infine, è il bene non solo a risultare vittorioso, ma anche a confortare e guarire il male, se gli viene data la possibilità…


Magdalen alla finestra in una delle scene cruciali del romanzo
in cui medita il suicidio per le sue sfortune e le sue malefatte, ma...

Consigliato a tutti coloro che amano i gialli psicologici o gli intrighi in costume. E a tutti quelli che ancora non conoscono Wilkie Collins, uno degli autori più straordinari del XIX secolo.

Letto: 23 giugno 2018 – 6 agosto 2018

Voto: 8 al libro, 9 a Wilkie Collins, 9 alla Fazi per averci portato in Italia praticamente tutti i suoi scritti.

Stelle mozzafiato: *****

Recensione in arrivo: L’eredità del Drago di Catherine Archer (finito di leggere proprio ieri sera)

2 commenti:

  1. :-) Cara Diletta, sei precisa come sempre !!!
    Del libretto in effetti ...pur avendo letto il libro un anno fa , MI ERO COMPLETAMENTE DIMENTICATA e persino quando lessi il libro, non mi venne mai in mente ..il libretto.
    Per il finale sono altrettanto d'accordo...nel senso che la parte centrale per me è stata davvero mozzafiato, soprattutto gli scontri tra il Capitano Wraggie e Mrs.Lecount ( odiavo lei e pur essendo un malandrino lui,mi piaceva moltissimo perché era di una furbizia ed intelligenza pazzesca e mi piace che alla fine si sia, in un certo modo, riscattato )....quindi nel finale sono rimasta anche io un pochino delusa dall'improvviso rallentare della trama.
    Nora si, come dici tu è un po'invisibile, ma io considero protagonisti MAGDALEN ( che spesso mi è rimasta antipatica) E IL CAPITANO WRAGGIE ( il mio personaggio preferito ) e quindi il fatto che Nora fosse la classica persona remissiva che si adegua e non fa sentire la propria voce, non mi ha disturbata più di tanto.
    Ciò che mi ha colpito tantissimo in questo romanzo, tanto da amarlo al pari della Dona in bianco, è la capacità di Collins di costruire trame "arzigogolate" e tessere insieme bugie, misteri e verità svelate...bravissimo ...anche se poi pure lui si "è perso con il libretto " :-D ..ma pazienza, lo amo troppo come autore !!
    Grazie Diletta per questa tua bella recensione e per la sua pubblicazione nella nostra pagina dedicata ai period drama e ai romanzi classici e d'ambientazione storica :-)
    TANTI ABBRACCI CON GRANDE STIMA !!!

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    1. Anche io odiavo Mrs Lecount e tifavo spudoratamente per il Capitano Wragge!!!!!
      Bisogna dire che Collins è davvero un maestro ed è capace di farci parteggiare per chi vuole lui!!!!

      Romanzo assai insolito dalle sfaccettature molteplici.
      Che mi dici allora del padre di Frank? così cinico ma al tempo stesso il più obiettivo di tutti!!!
      E alla fine anche il fatto che pure Frank in un certo senso si salva...
      Trama costruita in maniera magistrale!

      Baci a te e grazie per tutto quello che doniiiiii

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