giovedì 7 novembre 2019

#Cinema #Skye - 'Cries of the heart' fa rivivere le antiche leggende norrene sull'amore tra i guerrieri vichinghi e le donne celtiche. Intervista in esclusiva alla sceneggiatrice Sigrún Björk Ólafsdóttir


*Questo articolo è da considerarsi un approfondimento del mio saggio 'Storie e leggende di Scozia - Isle of Skye', capitolo 'Skye e il cinema'.

Ancora una volta l'isola di Skye, in Scozia, è location di pellicole mozzafiato. Dopo film quali Macbeth (2015) o Robert the Bruce (2019), solo per citarne alcuni, è la volta del cortometraggio in costume Cries of the heart, scritto e prodotto dall'islandese Sigrún Björk Ólafsdóttir, diretto dal regista e droneographer islandese Gaui H Pic ed interpretato da David Macey, Steven Anthony, Jessica-May Fox, Benji Vikantlay e Erin Mackenzie.
Il cortometraggio ha debutto al Whirled Cinema di Londra lo scorso 1° settembre, dopo un’anteprima live il 31 agosto al Global12 Festival, che ha aperto con uno show di 20 minuti in cui tutto il cast ha ridato vita alla storia.




Cries of the heart - Vikings versus Celts esplora i rapporti tra i vichinghi e le donne celtiche, in una narrazione che viene descritta “una storia d'amore” che racconta come “l’Islanda non fu costruita unicamente dai vichinghi ma in egual modo dalle donne celtiche, il cui spirito è ancora vivido nelle donne islandesi”.
Tutta la pellicola è stata girata a Skye ed io non ho potuto evitare di approfondire i temi di questa storia affascinante che affonda le sue radice in epopee antiche mille anni. Ho quindi contattato Sigrún Björk Ólafsdóttir per un’intervista in esclusiva che mi ha riportato tra le lande selvagge di Skye...




La storia è affascinante e porta con sé echi di leggende lontane nel tempo. Come è nata l’idea di scriverla?
“Fa parte della mia tradizione. Sono islandese ed ho studiato le saghe della mia gente fin da quando ho memoria. E’ stato provato scientificamente da studi sul DNA che le donne del nostro Paese provengono dalla Scozia, mentre gli uomini sono norvegesi. Con Cries of the heart narro l’impatto sociale che vi è stato quando due culture così forti si sono scontrate per una questione di cuore”.



Una narrazione che riporta alla luce quindi storie appartenenti a saghe islandesi...
“Sì. Ce ne sono moltissime su questo argomento, ma nello specifico mi sono ispirata a Flateyjarbók (letteralmente libro di Flaey, manoscritto islandese scritto sul finire del Trecento, ndr) e all’Orkneyingasaga (una delle più celebri saghe islandesi, scritta in norreno tra il 1192 e il 1206, ndr)”.


Per far rivivere questo mondo antico la scelta è ricaduta sull’isola di Skye.
“L’isola ha un paesaggio adatto sia al mondo vichingo che a quello celtico, senza contare che visto che si tratta di un cortometraggio a budget non elevato, il paesaggio era la scenografia più importante per narrare la storia”.



Tra le location viste nelle foto promozionali si riconoscono lo Sligachan Bridge, i monti Cuillins, il Fairy Castle. Come è nata la scelta dei luoghi dove girare?
“La scelta delle location l’ho fatta io. Ma girare non è stato affatto facile. Siamo rimasti per due giorni e tre notti e siamo stati davvero alla mercé degli elementi. Il primo giorno vi era una pioggia torrenziale ed abbiamo tentato di girare lo stesso, ma la pioggia lavava il trucco alle ragazze e alla fine abbiamo cercato rifugio in un pub, The Old Inn di Carbost (una delle locande più belle di Skye, situata a pochi passi della Talisker Distillery, ndr), dove abbiamo avuto un pasto caldo. Per fortuna appena abbiamo finito di mangiare, la pioggia ha smesso e siamo riusciti a girare. Il giorno successivo, non vi era più pioggia, ma il vento era così forte che alcune attrezzature sono volate in mare. Il risultato finale, tuttavia, è stato altamente drammatico ed autentico, e a mio avviso le antiche divinità di questa terra ci hanno donato esattamente il tempo di cui avevamo bisogno per rendere autentica la storia”.




Oltre che sceneggiatrice e produttrice di Cries of the Heart, lei è anche custume designer.
“La moda è un’altra delle mie passioni e nel febbraio scorso ho partecipato alla London Fashion Week con una retrospettiva sull’era dei Vichinghi. E per quanto riguarda il cortometraggio ho curato tutti gli outfits dei personaggi. Il mio modo di creare gli abiti è differente dalla tradizione, non uso disegni, ma creo direttamente con la stoffa sui manichini”.



La curiosità per noi italiani, così innamorati della Scozia, è veramente tanta e il desiderio di vedere il cortometraggio è davvero tangibile. Già solo pubblicando alcune foto di backstage sulla mia pagina Facebook 'Storie e leggende di Scozia -Isle of Skye' sono rimbalzate domande e richieste di quando o dove è possibile vedere Cries of the Heart...
“E’ solo un cortometraggio e non avrà un’uscita ufficiale, ma la nostra intenzione è di presentarlo a vari festival in giro per il mondo. E quindi metterlo on-line per darne una visione effettivamente mondiale”.


Che ne pensate? Facciamo pressione affinché qualche Festival italiano celtico lo inserisca nel suo programma? Sarebbe assai interessante organizzare una visione per tutti noi…



Copyright photo: Frank MacDonald e Paul Francis McGugan

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie, Ilaria! Sono davvero contenta che ti sia piaciuta <3 <3 <3

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  2. Intrigante e affascinante. Mi è venuta anche voglia di visitare quei luoghi.

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    1. Sì, davvero. Sono luoghi meravigliosi. Io conosco Skye benissimo e posso assicurare che ruba il cuore... Pensa che l'articolo è nato proprio perché ho visto le foto su Instagram e sono rimasta affascinata e da lì ho contattato la sceneggiatrice, che è stata assolutamente straordinaria, disponibile e ricca di spunti. :*

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