Vacanze nella foresta
di Johanna von Kotsch
Dati tecnici:
Casa Editrice: Baldini & Castoldi
Collana: La Melagrana n. 14
Pagine: 257
Anno: 1957
Genere: narrativa per giovinette
Termina
l’anno scolastico ed Eva Redner, sedici anni, sta per salutare il collegio von
Adler per tornare dalla famiglia per l’estate. Tuttavia un’amara sorpresa
l’attende. La direttrice la informa che per questa volta non dovrà andare a
casa, bensì passare tutti i mesi estivi presso la dimora del nonno, il castello
Teufelstein, residenza da secoli dei Geibel. Il nonno, infatti, dopo aver
allontanato la madre in seguito al matrimonio con un borghese vuole conoscere
la nipote (che non vede da quando ha un anno) per scoprire se è degna di ereditare
il castello e il titolo.
Fiera
ed indomita Eva si reca a Teufelstein, pronta a duellare con il nonno e a non
farsi intimorire da un castello umido e buio, ricco di leggende e di macabri
antenati.
Ma
con il passare delle settimane qualcosa cambia nel cuore di Eva e, anche grazie
a nuovi amici e un cavallo assai pacioso, riuscirà a scoprire cosa realmente
nasconde l’antico maniero…
Illustrazione del castello di Teufelstein
Commento: Bello!
Bello! Bello!
Vacanze nella foresta fa
parte di quella collana per giovinette (La Melagrana) uscita tra gli anni
Cinquanta e Sessanta, che raccoglie tante piccole perle di letteratura italiana
e straniera dell’epoca. Li leggo da quando avevo dodici-tredici anni (iniziai
un’estate a Grottaferrata con Le
quindicenni portatomi da mio papà da Roma su consiglio di mia mamma
prelevandolo dalla biblioteca di famiglia) ed hanno deliziato la mia esistenza.
Sono molto diversi tra loro perché dipingono mondi diversi (Stati Uniti,
Italia, Germania, etc.) tra il secondo dopoguerra e la rinascita degli Anni
Cinquanta, ma sono quasi tutti bellissimi. Ultimamente, grazie a librerie
dell’usato, sono riuscita a recuperarne qualcuno che mancava alla biblioteca
della mia mamma per qualche regalo di Natale o di compleanno e la mia mamma poi
regolarmente me li passa. Ultimamente ho letto e recensito, per esempio, Starli e i frutti d’oro (splendido
affresco della fine di un’epoca in California), Il ragazzo della porta accanto (pezzo iconico della collana che
inseguivamo da tempo), Stella della sera (che
racconta la vita degli Indiani d’America negli Anni Cinquanta) e Il grande dono (sulla difficile
rinascita in Germania dopo il conflitto mondiale).
Eva si sveglia nella sua stanza al castello
Chi
è Johanna von Kotsch?
Si
parte con il mistero di chi sia in realtà Johanna von Kotsch. Se si cerca su
internet non si trovano informazioni e gli unici link (pochi) che si presentano
sono relativi ai due libri pubblicati da La Melagrana (l’altro è Molta brigata, vita beata). Nulla in
tedesco.
Sommando
questo al fatto che nel libro non è scritto il titolo originale dell’opera,
deduco che sia uno pseudonimo di una delle autrici che formavano il gruppo
principale della redazione della collana. Escludendo Emma Claudia Pavesi,
direttrice, perché aveva già altri due pseudonimi (Koki de Gralba e Amy
Coopmans de Yoldi) e che sono stati svelati in seguito, mi concentro su Maria
Silvi, altra firma interessante della serie. Chiunque sia in realtà,
sicuramente conosce molto bene la Germania, sia dal punto di vista storico che
geografico e immagino che forse non ci ha vissuto, ma forse vi ha passato lì
almeno una vacanza nella foresta…
Storia
del castello
Una
delle cose che ho adorato del libro, è il modo in cui Eva arriva al castello e
viene lentamente affascinata dalla storia che lo avvolge. Battagliera e
diffidente, Eva si rende conto piano piano di tutto quello che è ivi racchiuso
è un pezzo della sua storia.
Apre
un baule con abiti Seicenteschi che indossa per una cena speciale, sale fino
alle torri chiuse da decenni per scovare oggetti e ricordi dal passato, sfoglia
libri scritti dai conti nel corso dei secoli che raccontano la storia dei suoi antenati
che si intreccia con quella del suo Paese. Si viene a sapere degli hussiti
nella guerra contro Sigismondo negli Anni Venti del Quattrocento o della
battaglia di Lipsia contro Napoleone.
Invenzione
e realtà miscelati in un insieme meraviglioso, che incanta il lettore, come
incanta la giovane Eva che giorno dopo giorno si innamora del castello, del
nonno e delle tradizioni di famiglia…
La battaglia di Lipsia (1813)
Un
pizzico di giallo… e d’amore:
Come
per ogni romanzo di crescita che si rispetti, vi deve essere qualche ostacolo
che fa riflettere il protagonista e che lo aiuta a superare le proprie paure o
i propri pregiudizi. E così accade anche ad Eva, che con il passare delle
settimane si accorge che non tutto è come sembra e che qualcuno trama
nell’ombra ed è pronto anche ad uccidere pur di…
Il
tutto condito con una storia d’amore affatto scontata e descritta con delicata
mano, sulla scia delle grandi storie d’amore che hanno attraversato il castello.
Cena in abiti Seicenteschi
La
Patria:
Mi
è piaciuto molto anche un omaggio all’amor di patria, che cresce lentamente nel
cuore di Eva, vivendo il castello e conoscendo la sua terra.
Nelle
pagg. 143-144 si legge “Erano pagine
noiose, bisognava ammetterlo, ma Eva non ne saltò nemmeno una, non perse una
riga: l’amor di patria che vi traboccava era così ardente ed appassionato, che
la ragazza ne fu contagiata e si esaltò. Com’era nobile ed eletto quel
sentimento antico ed immortale che, se taceva e sembrava estinto per lunghi
periodi, si risvegliava e si rinnovava sempre, in ogni generazione, quando la
patria era lontana, quando era minacciata, quando chiamava i suoi figli a
difenderla. Immortale…”.
Un’analisi
profonda su un sentimento antropologico che non si può cancellare.
Un
libro bellissimo che ho finito in una manciata di giorni e che richiama a me
immagini meravigliose perché la maggior parte l’ho letto all’ombra delle Pale
di San Martino accanto alla Capanna Cervino durante uno dei miei eventi estivi.
Un
viaggio in un luogo splendido della Germania che aiuta a riflettere e a
crescere, che mi ha ricordato un po’ Il
giardino segreto di Frances H. Burnett, un po’ Mirella e il tesoro dei Sarbruch di Brigitte Lilas, con un pizzico
de L’abbazia di Northanger di Jane
Austen e che non sfigurerebbe in qualsiasi collana per giovani adulti per la
sua narrativa avvolgente ed emozionante.
Consigliatissimo.
Peccato
che sia fuori catalogo da decenni ormai….
Letto: 25-28
luglio 2019
Voto: 9
al libro, 9 a Johanna von Kotsch (chiunque ella sia) per la sua prosa ricca ma
fluida e per i suoi continui approfondimenti, 6 al titolo che non rende
giustizia alla storia.
Stelle mozzafiato: *****
Recensione in arrivo: La conquistadora di
Mary Ruth Myers
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