giovedì 7 dicembre 2017

#Libri - Morte a Pemberley di P. D. James, un'occasione mancata e troppo buonista?

Morte a Pemberley
di P. D. James

Dati tecnici:
Titolo originale: Death comes to Pemberley
Traduttrice: Grazia Maria Griffini
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Omnibus
Pagine: 345
Anno: 2011 (2013 in Italia)


 Trama: Derbyshire, 1803.
Tutto è pronto a villa Darcy per il ballo di Lady Anne (la compianta madre di Fitzwilliam Darcy), appuntamento tradizionale, ormai, dell’autunno, atteso da tutta la nobiltà della zona e non solo, perché in molti arrivano anche da lontano per rispondere all’invito.
Sono passati alcuni anni dal termine di Orgoglio e pregiudizio e Mr Darcy e Lizzie Bennet sono felicemente sposati. La loro vita è allietata da due pargoletti vivaci ed adorabili, come vicini di casa i Bingley rallegrano l’animo di entrambi e la serenità aleggia tra le mura, nonostante i tamburi lontani della guerra bussino alla porta.
Eppure improvvisamente qualcosa turba la quiete della casa. Il Colonnello Fitzwilliam (divenuto l’erede del titolo dopo la morte prematura del fratello maggiore) si comporta in maniera insolita (si tratta solo della gelosia che prova nei confronti dell’avvocato Alveston che sembra aver catturato il cuore di Georgiana?), due cameriere bisbigliano impaurite perché hanno veduto uno spettro nel bosco all’imbrunire e quando è ormai buio una carrozza percorre spericolatamente i viali di Pemberley, senza essere neppure annunciata…
Quasi senza aspettare che il cocchiere fermi i cavalli, dalla carrozza scende una sconvolta Lydia, la sorella minore di Elizabeth e Jane, che grida e…

Commento: Mi sono accinta a leggere questo romanzo, nonostante avessi ricevuto varie critiche negative in cui veniva ripetuto che vi erano troppe parti riassuntive che richiamavano i fatti di Orgoglio e pregiudizio e che complessivamente la trama scorresse troppo lenta. Personalmente penso che le parti riassuntive (presenti soprattutto nei primi capitoli) non siano così tediose, e che anzi possono aiutare la lettura di chi non conosce a memoria (o che magari neppure ha mai letto!) il romanzo della Austen. La lentezza, inoltre, in effetti è ben presente, ma non stona molto. Ricalca il tempo e sembra di camminare assieme a Lizzie e Georgiana alla ricerca dei fiori per il ballo di Lady Anne o di ascoltare gli amabili dialoghi tra Lizzie e Jane.


Mr e Mrs Darcy nella miniserie BBC tratta dal romanzo

Detto questo devo dire che, in effetti, da P.D. James, definita la regina del giallo contemporaneo, mi aspettavo di più a livello di intreccio. Il giallo è talmente lineare che anche un bambino avrebbe potuto pensarlo. Si va avanti cercando disperatamente un colpo di scena, qualcosa che sorprenda e ti faccia dire “Ah, ecco come sono andati i fatti!”. L’unica libertà che l’autrice si prende è quella di macchiare la memoria del povero padre di Wickham, che Jane Austen ci ha ritratto sempre come un uomo irreprensibile e tutto di un pezzo, apprezzatissimo dal padre di Mr Darcy (non voglio fare spoiler e non dico in che modo la sua figura perda la sua forza morale distintiva).
Complessivamente la considererei un’occasione perduta e troppo buonista. Tutta la trama sembra voler riabilitare in qualche modo Wickham (perché in fin dei conti…). E lo stesso Mr Darcy si tormenta per dei sensi di colpa assurdi verso il cognato per come lo ha giudicato ai tempi della seduzione a Georgiana (ma quando mai Jane Austen poteva pensare una cosa del genere!). Voglio dire, un conto è cercare di riabilitare Wickham, che magari si riscatta attraverso gesta militari encomiabili in Irlanda, un conto è giustificare i suoi atti nel passato. Uno può cambiare e se ne può dargliene atto. Lo si può perdonare, se è pentito, ed accoglierlo nuovamente nella comunità. Ma che si dica che in fondo non era così grave quello che aveva fatto, quando voleva sedurre Georgiana (che all’epoca aveva appena 15 anni) solo per appropriarsi del suo patrimonio, rovinandole di fatto la vita, è inimmaginabile. E soprattutto è inimmaginabile che lo perdoni Mr Darcy. P.D. James si aggrappa all’influenza benefica che Elizabeth ha su di lui, ma mi permetto di dire che Elizabeth per prima ha avuto un giudizio molto negativo su Wickham non appena ha scoperto la verità. Perdonare i cattivi, giustificando il male, non fa alcun bene a nessuno. Anzi, si veicola il messaggio che fare il male in fondo è qualcosa di bello. Quello che si dovrebbe in caso fare è far comprendere ai cattivi le loro azioni malvagie ed indurli a pentirsi e cambiare.


Wickham e Georgiana Darcy nella miniserie della BBC del 1995

Cosa non torna: in tutto il giallo l’assurdità è che il cuore sta nella conversazione tra Denny e Wickham, prima che Denny chieda al cocchiere di fermare la carrozza e scappi fuori in gran velocità. Nella carrozza era presente anche Lydia Bennet che avrebbe dovuto sentire almeno parte della conversazione. Nessuno, tuttavia, si cura di domandarle alcunché. Per quanto ella sia moglie di Wickham e non possa testimoniare, nelle indagini sarebbe dovuta essere interrogata. Ma anche per quanto riguarda la trama (Lydia è effettivamente all’oscuro di cosa sia stato detto in carrozza), sembra che Lydia in realtà sia sorda…


Lydia con il marito Wickham nella miniserie tratta dal libro e prodotta dalla BBC.

Letto: 28 ottobre – 22 novembre 2017

Voto: 6 al romanzo, 4 alla Mondadori che nella trama fa intendere che P.D. James sia la prima autrice a “a tentare un seguito di Orgoglio e Pregiudizio” (ma se Jane Austen è l’autrice che conta il maggior numero di seguiti, prequel, parodie, adattamenti, e chi più ne ha più ne metta nella storia, il primo scritto addirittura nel 1913!), 3 a chi ha deciso di non mettere le note al libro (i chiari riferimenti a Persuasione e Ragione e sentimento dovevano essere evidenziati dalle note – non tutti i lettori possono ricordare nomi e circostanze degli altri libri della Austen).

Stelle mozzafiato: **

Recensione in arrivo: Heidi di Johanna Spyri

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