Pollyanna
Pollyanna #01
di Eleanor H. Porter
Dati tecnici:
Titolo originale: Pollyanna
Traduzione: Paola Rickler
Casa Editrice: Edizioni Accademia
Collana: I Romanzi Classici
Pagine: 211
Anno: 1913 (in Italia dal ??? – La mia edizione è del 1982)
Genere: romanzo per ragazzi
Tutto sembra precipitare quando un incidente, lungo la via di ritorno da scuola, costringe la piccola alla paralisi e…
in un'illustrazione del libro
Commento: Ho ripreso in mano Pollyanna, mio libro preferito quando ero bambina, perché era stata assegnata la versione ridotta ad Emanuele per le vacanze estive.
Dopo aver ascoltato la lettura (creando anche divertenti scenette con i pupazzi che interpretavano i vari personaggi – memorabile il famelico signor Pendelton), non ho potuto resistere ed ho voluto riprendere in mano la versione integrale per scoprire tanti piccoli dettagli tralasciati nella versione riassunta.
Il libro mi ha conquistato immediatamente (tanto che ho iniziato a leggerlo mentre avevo ancora da finire La danzatrice di Atlantide) e mi ha catapultato in un mondo bellissimo.
Eleanor H. Porter e Pollyanna
Pollyanna è sicuramente il romanzo più celebre della scrittrice americana Eleanor H. Porter (Littleton, 19 dicembre 1868 – Cambridge, 21 maggio 1920). Il romanzo ha avuto un tale successo non solo da spingere la Porter a scriverne un seguito, Pollyanna cresce, nel 1915, ma da creare una vera e propria saga composta da 15 libri (gli altri 13 sono stati scritti da altre autrici dopo la morte della Porter).
Eleanor iniziò a scrivere solo a quasi 40 anni (il primo libro pubblicato fu Cross Currents nel 1907), dopo aver dedicato la prima parte della sua vita al canto (studiò a lungo al New England Conservatory).
Sebbene dopo il matrimonio con John Lyman Porter nel 1892, Eleanor si sia trasferita in Massachusetts, il suo legame con Littleton, sua città natale, è rimasto molto forte ed ella è ancora ricordata con una delle più famose abitanti mai nate nella cittadina tanto che ogni anno viene qui organizzata un festival, noto come The Official Pollyanna Glad Day, e nel 2002 sia stata eretta qui una stata di bronzo che raffigura Pollyanna.
Differenze dal film di Walt Disney
Oltre a rileggere il libro, ovviamente, mi è nato il desiderio di rivedermi il film targato Walt Disney uscito nel 1960 con Hayley Mills al suo debutto.
Ebbene, sono rimasta delusa.
Moltissime sono le differenze. Troppe. A partire dal dottor Chilton che entra ed esce da casa Harrington, quando è proprio in questo il nodo cruciale di tutto l’impianto narrativo: il dottor Chilton non può varcare la soglia di quella casa.
Per non parlare della vendita di beneficenza per pagare i danni all’orfanotrofio (non esiste), la storia d’amore di Nancy (inventata) e l’incidente a Pollyanna (nel film cade da un albero per tornare, non vista, dalla vendita di beneficenza).
Di fondo, manca l’essenza della trama. Rimane l’idea del gioco della felicità. Il resto è tutto colori e lustrini.
Il mio consiglio? Non guardatelo o comunque non fermatevi alla visione del film, ma affidatevi alla lettura. Sinceramente non capisco la ragione per cui lo sceneggiatore David Swift abbia voluto così stravolgere la trama. Il libro è molto, ma molto più bello. Più intenso. Più intimo.
I personaggi sono molto meglio delineati.
I peggiori? Il signor Pendelton (da uomo oscuro a quasi macchietta) e Jimmy Dean (che da ragazzo forte e onesto, intraprendente e fiero diventa un moccioso di strada).
La migliore? Jane Wyaman che è riuscita, nonostante il copione, a interpretare in maniera emblematica le luci e le ombre di zia Polly, donna ferita e intrappolata nel suo senso del dovere.
Tavole illustrate di Giorgio Mizzi
Chiudo con una nota sulle bellissime tavole a colori (in tutto sono 5) di Giorgio Mizzi (1940-2008). L’illustratore di Milano aveva iniziato giovanissimo presso la Rivarossi, la prima e, per molti anni, la più famosa ditta costruttrice di modelli ferroviari in Italia. La strepitosa capacità di raccontare la realtà attraverso pennelli e colori e l’innata sensibilità per le esigenze del mondo pubblicitario portarono immediatamente Giorgio alla realizzazione delle copertine dei cataloghi generali.
“La massiccia dose di realismo, indispensabile per la condivisione con un appassionato pubblico di ferramatori, fusa ad uno straordinario intreccio pittorico, donano ai cataloghi una dignità ed una nobiltà artistiche che una semplice fotografia non sarebbe mai stata in grado di restituire” scrive Massimo Cecchetti su Rivarossi-Memory.it.
Mizzi si dedicò di pari passo alla stesura di tavole per i più famosi settimanali del tempo, alla realizzazione di manifesti cinematografici e all’illustrazioni di libri per le Edizioni Accademia. E non è forse un caso che nella prima tavola (che viene anche messa in copertina) alle spalle di Pollyanna ci sia proprio un treno…
Complessivamente devo dire che Pollyanna dovrebbe essere nella biblioteca di qualsiasi ragazzo, come tutti i grandi classici troppo spesso dimenticati.
Un libro profondo, intenso, che induce a riflettere e che mette anche in discussione se stesso (cose che viene troppo spesso dimenticata e si derubrica il gioco della felicità a idiota ottimismo).
(Ri)Letto: 17 settembre – 13 ottobre 2022
Voto: 9 al libro, 9 a Eleanor H. Porter, 9 alle illustrazioni di Giorgio Mizzi, 9 alle Edizioni Accademia per aver realizzato un prodotto meraviglioso che dona gioia anche solo a sfogliarlo.
Stelle mozzafiato: *****
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