di Diletta Nicastro
Si è svolta lunedì 23 gennaio, al Salone d’Onore del CONI al Foro Italico in Roma, la Tavola Rotonda ‘Allenare l’Azzurro’ con presenti i quattro ct delle nazionali maschili più importanti del nostro Paese: Roberto Mancini (calcio), Ferdinando De Giorgi (pallavolo), Alessandro Campagna (pallanuoto) e Gianmarco Pozzecco (pallacanestro), citati rigorosamente in base all’ordine con il quale sono stati fatti parlare, in vista del biennio che porta alle Olimpiadi (anche se il calcio, come noto, qualora si dovesse qualificare per Parigi 2024 non sarebbe rappresentato dalla nazionale maggiore).
La Tavola Rotonda, promossa dal Presidente FIP Giovanni Petrucci, con il sostegno del Presidente del CONI Giovanni Malagò, ha visto la partecipazione in apertura del Ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha sottolineato che “la supremazia dei valori legati alla maglia azzurra deve precedere i risultati. Chi indossa la maglia azzurra deve essere esempio per i piccoli. Tra i concetti cardine: la lealtà e la correttezza”.
Foto ufficiale dei 4 ct (credit photo: Diletta Nicastro)
I 4 ct rilassati dopo la foto ufficiale (credit photo: Diletta Nicastro)
L’incontro si è sviluppato con delle domande poste a tutti e quattro i ct: gestione della nazionale durante il Covid, importanza del cambio generazionale, importanza dello staff tecnico alle spalle di un ct, gestione degli infortuni, analisi degli obiettivi per il biennio, rapporto con le Leghe di riferimento e la partita più bella.
Le risposte hanno toccato vari punti interessanti, che possono essere letti approfonditamente in svariati quotidiani e siti internet di informazione o di settore. Per gli approfondimenti rimando allo splendido articolo pubblicato dal sito della Federvolley.
Quello che io mi accingo a scrivere dal freddo della mia casa ricordando il caldissimo salone che ci ha accolto la mattina di lunedì è quello che io ho visto, sentito, percepito in questo incontro, per un racconto diverso e più intimo. Un’emozione, una sensazione per ogni ct, per raccontare un po' di più l'uomo rispetto al ct mediato, perché in fondo questo è quello che i miei studi mi hanno portato a conoscere ed interpretare.
Mancini – Il ‘non’ ricordo di Vialli
Penso che chiunque tra i presenti abbia sentito l’urlo del silenzio riguardo alla recente scomparsa di Gianluca Vialli, ancor di più quando il Segretario Generale del CONI Carlo Mornati, moderatore della Tavola Rotonda, ha posto la domanda sull’importanza di creare uno staff alle spalle del ct, che aiuti e coadiuvi, che sia composto di persone fidate e che “condivida le strategie di gestione”, come ha sottolineato Fefé De Giorgi.
Ci si sarebbe aspettato da parte di Mancini, apparso molto provato e capace di nascondere qualsiasi sentimento dietro ad una maschera, un richiamo al fraterno amico scomparso, da lui fortemente voluto come Capo Delegazione alla Nazionale. Ma questo non è avvenuto (si ha avuto quasi la sensazione che di Vialli non si dovesse parlare, ma poi perché? Il pubblico in sala lo avrebbe sicuramente gradito, tanto che ho scorto più di una copia de ‘La bella stagione’ in giro tra le postazioni).
Ma forse il Mancio ha trovato il modo, senza dirlo, di richiamare alla memoria Vialli, quando ha parlato dell’importanza delle “riunioni la sera prima delle partite con lo staff. Non devono avere tutti la stessa idea ed è giusto ascoltare quello che viene detto e si può anche cambiare idea”.
Si ha avuto quasi la sensazione che in sala in molti si siano chiesti se parlasse dei confronti con il suo ex-gemello del gol e al contempo ci si domandasse quante volte Vialli lo avesse spinto a cambiare idea…
Roberto Mancini al termine della Tavola Rotonda.
(credit photo: Diletta Nicastro)
(credit photo: Diletta Nicastro)
De Giorgi – L’importanza dei giovani
Sulla domanda sull’importanza dei giovani De Giorgi, ovviamente, ha rimarcato che “bisogna dare opportunità” e che “è responsabilità nostra dare i mezzi per far crescere, guardando quello che gli atleti hanno e non quello che manca loro”.
Ho scritto ovviamente perché De Giorgi, per chi non lo sapesse, quando ha preso in mano la nazionale maggiore ha rivoluzionato la rosa e ha dato spazio a talenti nostrani molto poco noti (in primis Yuri Romanò).
Nel racconto De Giorgi ci spiega come lui sia andato a caccia di atleti non solo per le loro caratteristiche fisiche-tecniche, ma anche per i loro valori. La sua ricerca è partita da lontano per costruire la squadra che ha vinto l’Europeo 2021, mentre bisognava attendere che finisse il ciclo olimpico del suo predecessore.
Ferdinando De Giorgi ai microfoni dopo la Tavola Rotonda.
(credit photo: Diletta Nicastro)
(credit photo: Diletta Nicastro)
Campagna – L'omaggio a Rudić
Campagna è apparso, per quanto assurdo possa sembrare in un parterre di tale livello, il più esperto, forse a causa del fatto che ricopre il ruolo di ct dell’Italia ininterrottamente dal 2008. Professionale e meticoloso come lo è a bordo piscina, ha parlato con dovizia di particolari della sua esperienza (splendido il suo racconto sulla vittoria della medaglia di bronzo a Rio 2016).
Personalmente ho trovato molto bello il suo richiamo in più di un’occasione a Ratko Rudić, un omaggio al suo vecchio allenatore con cui vinse l’oro ai Giochi di Barcellona nel 1992 che non può passare inosservato in questo mondo che sembra sempre dimenticare di dire ‘grazie’.
Alessandro Campagna, l'unico, al momento,
ad aver vinto una medaglia olimpica come allenatore (in realtà ne ha vinte due).
(credit photo: Diletta Nicastro)
ad aver vinto una medaglia olimpica come allenatore (in realtà ne ha vinte due).
(credit photo: Diletta Nicastro)
Pozzecco – La gestione del Covid
Pozzecco è stato sicuramente il ct più a suo agio nella Tavola Rotonda, pronto, come è nel suo carattere, a rendere tutto allegro e goliardico. Le sue battute sono state disseminate nel corso di tutto l’incontro (esemplare quando ha finto di alzarsi ed andarsene quando Campagna ha detto che una delle lezioni più importanti da elargire agli atleti è di non protestare e di accettare le decisioni dell’arbitro anche se si ritengono sbagliate – NB Pozzecco è noto per i suoi exploit contro gli arbitri che lo portano spesso ad essere espulso).
Personalmente ho trovato interessante quando, parlando della gestione della squadra durante il Covid, il ct della nazionale di pallacanestro ha suddiviso il periodo in due parti: il primissimo, in cui si era preoccupati per la salute perché non si sapeva di cosa si trattasse, ed un secondo, più rilassato, in cui lui ha “protetto” in tutti i modi i suoi dal contagio per evitare che di perdere alcune disponibilità in squadra.
Interessante e profondo, sebbene raccontato ridendo. E direi anche che con il passare degli anni, diventerà esemplificativo di quello che è accaduto.
Al termine della Tavola Rotonda Pozzecco ha chiamato sul palco il suo staff
ed ha voluto fare una foto con loro, a testimonianza che, come ha ribadito,
per lui si tratta non di una squadra, ma di una "famiglia". (credit photo: Diletta Nicastro)
ed ha voluto fare una foto con loro, a testimonianza che, come ha ribadito,
per lui si tratta non di una squadra, ma di una "famiglia". (credit photo: Diletta Nicastro)
Chiudo questo racconto avvenuto sotto ad un’enorme pittura murale di Luigi Montanarini, con le parole scritte accanto alla porta d’entrata del Salone d’Onore e tratte dalla Carta Olimpica:
“La pratica dello sport è un diritto dell’uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair-play”.
Sarebbe stato bello che queste parole, specialmente in una tavola rotonda in cui si è parlato moltissimo di giovani, fossero state messe in risalto…
La scritta accanto all'entrata del Salone d'Onore del Coni
(credit photo: Diletta Nicastro)
(credit photo: Diletta Nicastro)
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