ROMA (12 gennaio 2018) - Ieri è iniziata la tanto attesa 11ma stagione di Don Matteo, una delle serie più amate dagli italiani.
Il doppio episodio ha fatto registrare un fenomenale 31,6% di share pari ad una media di 7.632.000 spettatori. Non male per una serie che ha cambiato moltissimo dalla decima stagione (in primo luogo l'addio del Capitano Tommasi per l'arrivo del Capitano Olivieri, interpretata da Maria Chiara Giannetta).
Un coro di proteste si è alzato per il cambio della sigla e della storica colonna sonora di Pino Donaggio che dopo 10 stagioni lascia il posto alle musiche di Andrea Guerra (e non si è ancora capito perché). In effetti la nuova sigla stona moltissimo rispetto alle tradizionali note delle stagioni passate. Chissà che non si riesca a far tornare, come propone qualcuno, al vecchio motivo tramite una petizione popolare.
Quello che fa riflettere in tutto questo però è altro. Tra le voci che si sono accavallate a favore della vecchia sigla, della nostalgia per Simone Montedoro, per l'ilarità di Nino Frassica / Cecchini, per lo straordinario Terence Hill, non vi è stato nessuno, nessuno, che si è pronunciato riguardo al vero messaggio portante della prima puntata: l'aborto.
Il Capitano Olivieri (Maria Chiara Giannetta)
L'analisi sociologica-massmediatica di questo evento cosa mette in evidenza?
1. Che l'aborto non è visto da tutti (come in molti ci vorrebbero far credere) come una cosa buona e giusta. Anzi, che in molti lo ritengono come quello che in effetti è: un omicidio.
Significativo che il ginecologo prima di morire si ritrovi sul letto d'ospedale accanto a don Matteo e non voglia dire al sacerdote chi lo ha colpito a morte, ma voglia confessare i suoi peccati e raccontare "il suo errore più bello" (questo anche il titolo del primo episodio), ovvero quell'aborto non riuscito che poi ha portato alla nascita di Sofia, ora sedicenne.
"Non siamo padroni della vita", dice l'uomo prima di morire.
(Ripeto NESSUNO ha detto niente al riguardo sui social, a partire da Twitter, il più adatto per leggere le reazioni 'a caldo' degli spettatori).
Mariasole Pollio interpreta Sofia, l'errore più bello
2. Che forse nessuno ha alzato la voce contro questo messaggio, per paura di farsi autogol.
Lanciare battaglie pro-aborto sui social o durante campagne elettorali fa rumore. Attaccare palesemente uno dei programmi più nazional popolari d'Italia (c'è qualcosa di più amato di Don Matteo nel nostro Paese?) potrebbe risvegliare gli spiriti dormienti, che potrebbero poi rinfocolare le fila delle battaglie pro-vita.
Meglio lasciare nel silenzio e dimenticare (e far dimenticare) che Don Matteo è contro l'aborto.
Complimenti a questa fiction che, cosa rara davvero (rarissima), riesce ad essere più forte dei diktat del tempo presente e va per la sua strada lanciando i suoi messaggi forti.
In attesa di scoprire cosa ci riserverà la seconda puntata...
Nessun commento:
Posta un commento