martedì 23 gennaio 2018

#Libri - 'Cecily' di Clare Darcy, un'avventura regency che richiama lo stile di Georgette Heyer

Cecily
di Clare Darcy

Dati tecnici:
Titolo originale: Cecily o A Young Lady of Quality
Traduttrice: Rita Botter Pierangeli
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oscar Mondadori Narrativa  n. 669
Pagine: 172
Anno: 1972 (in Italia dal 1983)


Trama: Primi dell’Ottocento. Londra.
L’impareggiabile Robert Ranleigh, imparentato con le migliori famiglie d’Inghilterra, incredibilmente bello ed anche immensamente ricco, una sera si reca un po’ annoiato a teatro, senza sapere che quella serata gli cambierà la vita. Coinvolto suo malgrado in una scommessa dal cugino Lord Portandrew, si ritrova a scrivere un messaggio all’inarrivabile giovane attrice Miss Daingerfield-Nelson, che fino a quel momento non ha mai concesso neppure un saluto ai suoi pretendenti (i giovani bellimbusti di Londra stanno impazzendo per lei).
Contrariamente a quanto accaduto con gli altri, tuttavia, la signorina accetta l’invito dell’impareggiabile Ranleigh ma non a teatro. Lo invita per la mattina successiva nella locanda in cui abita assieme alla zia.
Costretto ad andare per via della scommessa, Robert Ranleigh incontra così una giovane dama educata e timorosa, che gli rivela inaspettatamente di essere una sua lontana parente e…


La cover della prima edizione americana del 1972


Commento: Cecily è il secondo (di 14) romanzi regency scritto da Clare Darcy (pseudonimo di Mary Deasy, 1914-1978) e il sesto che leggo (quello che mi è piaciuto di più è Allegra – i titoli sono tutti nomi delle ragazze protagoniste delle sue storie).
Come mi era accaduto con gli ultimi libri che avevo letto (in particolare Eugenia) ho notato che la scrittura, rispetto ad altri che avevo amato, aveva perso un po’ di verve e che i migliori erano decisamente quelli pubblicati in hardback rispetto a quelli usciti direttamente in paperback. Mi è sorto quindi spontaneo il dubbio che forse, essendo quelli in paperback più corti rispetto a quelli usciti in hardback, si trattasse di versioni non integrali dell’opera.
Ho controllato su internet ed in effetti ho scoperto che la versione in inglese conta almeno una cinquantina di pagine in più rispetto a quella italiana (50 pagine su 172 sono davvero moltissime!). Per quanto ci possano essere differenze di impaginatura, di font e di grandezza di carattere è assai verosimile pensare che il romanzo in italiano sia stato tagliato… Ma perché fanno queste cose? Io non sarò MAI d’accordo con le versioni riassunte di un libro. Non lo ero quando ero piccola, che chiedevo sempre l’edizione integrale di un romanzo (non mi importava se ci mettevo di più a leggerlo, volevo assaporare la storia nel suo complesso!), figuriamoci ora che sono adulta. Io credo che le versioni riassunte (ancor di più se non segnalato nel libro) dovrebbero essere messe fuori legge. E non sto scherzando.
Prendiamo Cecily. Un lettore lo prende in mano dopo aver goduto della lettura di Allegra e Elyza (i due romanzi usciti in hardback e in versione integrale) e decide di acquistarlo. Non si aspetta di trovare una storia in cui si perde tutta quell’attenzione ai dettagli del mondo regency o agli aspetti dell’animo umano che tanto aveva affascinato nella lettura dei due libri precedenti.
Un romanzo non è solo una trama! Un romanzo è un modo di scrivere, è una passeggiata in un mondo, è un conoscere piano piano i personaggi. Se togli questo, togli tutto.


Edizione britannica del 1978


Detto questo, è difficile fare un commento su Cecily. L’unico appunto che posso apportare è che il personaggio di Cecily, a mio avviso, non è verosimile. Nel senso che è innaturale che una dama di inizio Ottocento, che ha perduto tutti gli averi perché il padre li ha scialacquati al gioco, che ha la giusta educazione ma non i giusti mezzi, scappi via quando viene a sapere che l’impareggiabile Ranleigh vorrebbe chiedere la sua mano. Si convince, infatti, che lo faccia solo per pietà mentre lei cerca l’Amore.
Inverosimile!
Una donna in tale situazione all’epoca (tra l’altro anche innamorata del suo pretendente) avrebbe sicuramente accettato la proposta di matrimonio e non sarebbe scappata per mezza Inghilterra immischiandosi in impicci che la metà bastavano.
Complessivamente la parte migliore è quella che si svolge a Hillcourt, la residenza di campagna di Ranleigh, dove Cecily vive con la madre di Ranleigh per imparare a diventare un’istitutrice e si dà spazio al nipote di Ranleigh, il sedicenne Lord Neagle (che sicuramente nel romanzo originale era molto più approfondito, ma anche così rimane simpaticissimo), e al cugino (il Lord Portandrew della scommessa), che è infatuato di Cecily. Le situazioni sono deliziose e si respira per un attimo davvero l’umida e fredda campagna inglese.
Ripeto, però, che non posso dare un giudizio giusto e calibrato sull’opera (il che mi dispiace molto) e mi soffermo solo su alcuni dettagli.



Edizione Usa del 1990

Per chi ama i regency di una volta ed ha finito di leggere tutto quello che è possibile di Georgette Heyer.

Letto: 05-18 gennaio 2018

Voto: 6 al libro (se fosse un romance moderno avrebbe preso di più, ma da Clare Darcy mi aspettavo molto, ma molto di più), 0 a chi ha deciso alla Mondadori di tagliarlo e proporlo in versione ridotta, 3 alle odierne case editrici che hanno dimenticato questa autrice eccellente che dovrebbe essere rispolverata e ripresentata ai lettori moderni.

Stelle mozzafiato: **

Recensione in arrivo: Laura Leander e la maledizione deiRe dei Draghi di Peter Freund

2 commenti: