La banda della Primula Rossa
(La Primula Rossa #11)
della Baronessa Emma Orczy
Dati tecnici:
Titolo originale: Sir Percy leads the band
Traduzione: Non segnalato
Casa Editrice: Salani
Collana: I Romanzi della Rosa n. 99
Pagine: 336
Anno: 1936 (in Italia dal 1939, la mia edizione è del 1962)
Genere: antesignano della letteratura di spionaggio
Trama: Francia. Gennaio-febbraio 1793.
Luigi XVI è prossimo ad essere ghigliottinato. Ma prima del regicidio, viene concesso a re di Francia (o Luigi Capeto come viene chiamato dai rivoluzionari), fervente cattolico, di confessarsi. A condurlo al patibolo sarà l’abate Edgeworth de Firmont, irlandese molto vicino alla famiglia reale.
Ma lo stesso abate si ritroverà in pericolo, assalito dalla folla inferocita dopo aver manifestato il suo sostegno alla testa coronata, e solo l’intervento della Primula Rossa riuscirà a strappare il religioso dalle grinfie del Terrore.
Il piano della Banda di Sir Percy è semplice e non sembra avere ostacoli nel suo cammino. Se non fosse per John Devinne, membro della banda, che, accecato dalla gelosia, si trova in disaccordo con il capo ed inizia a tramare nell’ombra…
Commento: La banda della Primula Rossa è l’undicesimo libro scritto dalla Baronessa Emma Orczy del ciclo La Primula Rossa ma cronologicamente è il secondo (si svolge poco dopo gli eventi narrati nello primo storico capitolo del 1905). Si tratta, altresì, dell’ultimo tradotto in italiano (esiste anche Mam’zelle Guillotine del 1940, ancora inedito da noi)
Il libro mi è piaciuto moltissimo e lo considero uno dei migliori dell’intero ciclo, soprattutto per il modo in cui viene delineato il personaggio di Devinne, traditore ma al tempo stesso capace di comprendere i suoi errori.
Il tradimento e il pentimento
John Devinne è contrario al piano della Primula Rossa, perché prevede il coinvolgimento della giovane Bianca Levet, nobile da lui amata e che, invece, Sir Percy vuole far fuggire assieme al dottor Pradel.
Non entrando nel merito del reale sentimento provato da John Devinne (narcisismo, desiderio di possesso, arroganza?), si rimane assai stupiti dal modo in cui Sir Percy si comporti in maniera estremamente altezzosa con il membro della sua squadra, evitando di ascoltarlo e non prendendo in alcun modo in considerazione le sue rimostranze.
E’ esattamente questo comportamento della Primula Rossa a spingere Devinne al diabolico piano di tradimento.
E, forse, è nel momento in cui Sir Percy si accorge delle sue manchevolezze, che decide di andare in aiuto di Devinne, capace di gettarsi nella tana del lupo convinto di essere più furbo di una volpe, ma rimasto intrappolato dalle maglie di Chauvelin.
Nel libro non si parla mai di un senso di colpa da parte della Primula Rossa (non potrebbe mai accadere, perché lui DEVE essere perfetto), ma a mio avviso, sebbene non raccontato, questa riflessione sul proprio operato c’è (o sarebbe dovuta esserci).
Per espiare le sue colpe, Devinne partecipa
all'assedio di Valenciennes (13 giugno - 28 luglio 1793),
sotto la guida del Duca di York
all'assedio di Valenciennes (13 giugno - 28 luglio 1793),
sotto la guida del Duca di York
L’abate Edgeworth
Come sempre la Baronessa Orczy è abile a miscelare personaggi creati dalla sua fervida mente, con uomini realmente esistiti. In questo romanzo la figura storica di maggior spicco è rappresentata dall’abate Henry Essex Edgeworth (1745-1807), nato in Irlanda ma trasferitosi molto giovane in Francia per assistere i cattolici irlandesi e inglesi. Divenne presto un confidente della famiglia reale tramite Madame Elisabetta, sorella di Luigi XVI.
Dopo la fuga (orchestrata dalla Primula Rossa nel romanzo), raggiunse Edimburgo, dove il Conte d’Artois, il futuro Re Carlo X, fratello di Luigi XVI, era esule.
Divenne quindi cappellano del Conte di Provenza (altro fratello di Luigi XVI), futuro Luigi XVIII. Il 9 giugno 1799, al Castello di Mittau, benedisse le nozze di Maria Teresa di Francia, detta Madame Royale, figlia di Luigi XVI, con il Duca d’Angoulême suo cugino (figlio di Carlo X e re per pochi minuti con il nome di Luigi XIX) (di questa unione abbiamo approfonditamente parlato nella recensione di Le avventure del giovane Lupin).
La confessione di Re Luigi XVI
Spiccioli di cultura – Gretry, Riccardo Cuor di Leone e la Marsigliese
A pagina 186 si legge: “La vista era tale da stuzzicare l’immaginazione di chiunque avesse visto in altri tempi l’orchestra privata del marchese de la Rodière, che indossava una sgargiante uniforme tutta dorata ed era diretta forse da Mozart o da Grétry”.
Chi è questo Grétry che viene accostato addirittura a Mozart, che aveva suonato a casa del marchese de la Rodière, la cui famiglia deve essere protetta e salvata dalla Primula Rossa assieme all’abate? Ammetto che non lo conoscevo, e sono andata a studiare.
André Ernest Modeste Grétry (Liegi, 8 febbraio 1741 – Montmorency, 24 settembre 1813) è stato un compositore belga, che iniziò a lavorare in Francia dal 1767. Famoso soprattutto per le sue opéras-comiques, è particolarmente legato alla Rivoluzione Francese.
Maria Antonietta, infatti, apprezzava molto André Grétry ed era addirittura madrina di sua figlia Antoinette. Inoltre, il brano O Richard, O mon Roi, l'univers t'abandonne tratto dall’opera dedicata a Riccardo Cuor di Leone, divenne l’inno monarchico durante la Rivoluzione francese. La consapevolezza di avere alcuni sudditi leali incoraggiò Luigi XVI e Maria Antonietta a rimanere nel paese nel 1789, quando probabilmente avrebbero dovuto partire.
La Marsigliese, infine, è stata considerata da molti una replica popolare proprio alla lirica di Grétry.
Complessivamente si tratta di un romanzo avvincente, costruito benissimo e ricco di personaggi molto sfaccettati. Uno sguardo fiero e profondo verso gli orrori perpetrati dal Terrore. Consigliatissimo.
Letto: 22 luglio - 6 agosto 2024
Voto: 8 al libro; 8 al ciclo, 8 alla Baronessa Orczy, 8 alle edizione ‘I Romanzi della Rosa’ della Salani perché erano fisicamente spettacolari, 7 alla copertina.
Stelle mozzafiato: ****
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